Bollette e ancora bollette?

I problemi legati ad una fornitura energetica, quale ne possa essere la fonte, acqua, luce o gas, possono condurre sovente a maturar la decisione di contestarne le bollette, nonché il loro contenuto.

Ci si può trovare, purtroppo, spesso costretti a dover presentare un reclamo al proprio fornitore al fine di far valere le proprie legittime pretese. Come già visto in ambito di gestione telefonica, anche in tali ipotesi è utile inquadrare il mezzo più utile, nonché celere, al fine di avere un certo, rapido contatto diretto con il proprio fornitore.

E qui le cose, ahi noi, si complicano un po’, in quanto… sebbene le piattaforme online delle varie Compagnie presentino appositi modelli prestampati od anche poco funzionali numeri verdi, spesso la richiesta, pur se non apertamente ignorata, viene sballottolata fra un centralino e l’altro, dilazionandone la lavorazione …il tutto a discapito (e sporattutto spese) dell’utente medio, malcapitato di turno.

Si consiglia sempre, pertanto, un contatto a mezzo di un legale qualificato, specie nei casi c.d. persi e/o irrisolvibili, in quanto una pec avrà sempre tuttaltra visibilità, maggiore incidenza e, ove il caso lo richiedesse (e quasi sempre è così), un tono maggiormente monitorio. Non tutti sanno che, inoltre, il fornitore del servizio oggetto del reclamo è tenuto ad inviare una risposta al suo cliente entro 40 giorni solari dalla ricezione della comunicazione stessa. Addirittura spesso sarà soggetto alla corresponsione di una penale per ogni ulteriore giorno di ritardo inerente la risposta ed il disservizio.

In caso di mancata risposta da parte del fornitore oppure nel caso in cui tale risposta arrivi ma risulti insoddisfacente, il cliente potrà passare allo step successivo, inoltrando un nuovo reclamo tramite il servizio di conciliazione messo a disposizione sulla piattaforma dell’Organismo Indipendente ARERA (Autorità Regolazione Energia Reti Ambiente). Tale Organismo Amministrativo Indipendente, mediante Delibera 569/2018 ha statuito, inoltre, che, nel caso di fatture di energia: “Gli importi per consumi risalenti a più di due anni possono non essere pagati, in applicazione della Legge di bilancio 2018 (Legge n. 205/17) come modificata dalla Legge di bilancio 2020 (Legge n. 160/2019).

Ok ok, tutto molto bello, ma cosa succede se nella bolletta, anziché pagare, dovessi… essere io a dover essere pagato? Niente paura, sono previste specifiche procedure anche per i casi più urgenti.

Ad esempio, in caso di maturazione di un credito per utenze non utilizzate, ed erroneamente conteggiate, la restituzione di quanto già pagato, pur se riconosciuta, non sarà più un lontano miraggio.

La ratio della Legge n. 481 del 1995, sottesa alle ipotesi in esame, è infatti proprio quella di garantire la promozione della concorrenza e dell’ efficienza nei servizi di pubblica utilità nonché tutelare gli interessi di utenti e consumatori, compatibilmente con gli obiettivi economico-finanziari degli operatori del settore in armonia con i sempre più emergenti interessi di tutela ambientale e connesso uso efficiente delle risorse energetiche.

La conciliazione telematica, seguita da un Legale, consentirà o una celere, vantaggiosa soluzione o, in alternativa, di gettare solide, lecite basi per il futuro giudizio di merito. Come si dice, d’altronde: “Chi ben comincia…”. In conclusione, niente panico e, giova sempre ricordare al diligente consumatore che, in ogni caso, a partire dal 1° gennaio 2017, per poter adire la Giustizia ordinaria è necessario espletare la procedura di conciliazione.

Facile, veloce, possibile.