Siamo vincolati o solo sbilanciati?

Cosa sono le clausole vessatorie? Tutti, prima o poi, ci troviamo di fronte ad un contratto sbilanciato, con eccessivi obblighi a nostro esclusivo carico. In questi casi, infatti, sul consumatore gravano minacciose penali e la controparte, invece, può recedere senza pagare nulla.

In tutte queste ipotesi, siamo in presenza delle c.d. clausole vessatorie, disciplinate nella Direttiva 93/13/CEE e negli artt. 33-38 del Codice del Consumo, a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229.

All’interno dei contratti, tali clausole deteminano un considerevole squilibrio dei diritti e degli obblighi, alterando significativamente i rapporti fra le parti.

Ai sensi dell’art. 33, comma 2 del Codice del Consumo quando la clausola:

• esclude o limita un diritto del consumatore in caso di inadempimento inesatto o parziale della controparte;
• oppure è previsto un impegno definitivo del consumatore e la controprestazione è a
  discrezione della controparte;
• consente alla controparte di trattenere la caparra eludendo il diritto del consumatore a
  percepirne il doppio;
• obbliga l’incauto conumatore ad aderire a clausole che non aveva neppure considerato

In tutti questi casi, siamo di fronte a clausole sbilanciate verso un unico contraente.

Sebbene, infatti, il Codice del Consumo stabilisca espressamente che le clausole siano nulle e che, di conseguenza, il contratto sia valido per la restante parte, il concreto accertamento, circa l’abuso commesso, sarà sempre oggetto di sindacato da parte del Giudice che, se richiesto, chiarirà la concreta applicazione al caso specifico.

Il consumatore, infatti, non potrà mai decidere, da solo, di non attenersi a quanto sottoscritto.

Nel 2012 sono state attribuite all’Autorità nuove competenze in materia di clausole vessatorie che, malgrado la buona fede del professionista, implicherebbero sempre a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto.

In tale ambito l’Autorità preposta al controllo può attuare un duplice intervento: essa può accertare la vessatorietà delle clausole attivandosi d’ufficio o su segnalazione, entro un termine di 120 giorni.

Comprendere lo squilibrio all’interno di un rapporto non è sempre, tuttavia, agevole. Il vantaggio di rivolgersi ad un legale non è quello di reperire informazioni banali, peraltro, al giorno d’oggi, ricavabili da un qualsiasi sito internet.

La vera marcia in più consiste nell’ individuare le basi e la struttura di un contratto, onde valutarne la vessatorietà, totale o parziale.

Tale disequilibrio concerne anche la fase pre, nonché post, contrattuale, abbracciando una serie di ipotesi ben più ampia di quella inizialmente ipotizzabile.

Oltretutto, una clausola vessatoria ha determinate modalità di redazione e sottoscrizione e quindi, anche se in una brutta situazione, o consumatore, aspetta sempre prima di soccombere.

Se proprio non ce la fai a non firmare tutto quello che ti mettono davanti, almeno sappi che, se inerpellato, un professionista del settore saprà come sciogliere i legacci.