Nel 2012 è entrata in vigore la Legge n. 3 che ha introdotto in Italia i procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento e di liquidazione del patrimonio.
La legge, sebbene fortemente rivoluzionaria, a causa di numerosi vincoli presenti al suo interno ha visto spesso rigettati i ricorsi per assenza ora di uno ora di un altro presupposto.
Negli ultimi anni, tuttavia, anche alla luce dell’approvazione del Codice della Crisi e della sua entrata in vigore (rinviata al nel 2022, gli orientamenti dei giudici sono divenuti sempre più favorevoli al debitore nella valutazione dei ricorsi.
Una delle più recenti vittorie è quella per cui il Tribunale di Roma ha accolto un ricorso che prevedeva l’ammissione alla procedura di liquidazione del patrimonio in favore di un utente privo di patrimonio immobiliare.
Il decreto del Tribunale di Roma, che era peraltro già stato anticipato anche in altri Tribunali del Nord Italia, costituisce per autorevolezza un importante precedente che permetterà di accedere a questo strumento anche a quegli utenti che fino a poco tempo fa non potevano avvalersene in quanto non proprietari di immobili.
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Le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento dopo la riforma
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